Ebbene sì.
Il primo quadro di dodici ed ho già miseramente barato.
Ma ho una giustificazione talmente valida che muoverà a compassione ognuno di voi e appagherà il mio lato malinconico lasciato a marcire nella solitudine di questi 25 giorni di malattia forzata!
Ebbene sì, ho la mano sinistra fuori uso, mi sono operata e quindi sono vagamente in difficoltà nel dipingere.
In realtà se il pubblico (vastissimo per altro) di queste pagine sapesse come mi sono fratturata, prima il mignolo e successivamente l’anulare, assumerebbe lo sguardo di una nonna che ti vede a trent’anni scapola (ogni riferimento è assolutamente casuale s’intende). Ma su questo possiamo sorvolare.
È un quadro importante per me, in parte rabbioso, che forse incarna la disillusione della donna trentenne sopracitata.
Una poesia scritta di getto nella più totale inconsapevolezza di cosa stesse accadendo in quel momento, ma che descrive un sentimento di reale inquietudine.
Parla di una donna ferita al pensiero dei ricordi “che stritolano come corde attorno al cuore”, ma che “resiste forte” e che alla fine esterna una parola che riassume tutta la frustrazione con un semplice, diretto e tonante “fanculo”.
Parla di una donna, non di un uomo, ma di relazioni e poi, alla fine, parla di tutti.
Il primo quadro di dodici ed ho già miseramente barato.
Ma ho una giustificazione talmente valida che muoverà a compassione ognuno di voi e appagherà il mio lato malinconico lasciato a marcire nella solitudine di questi 25 giorni di malattia forzata!
Ebbene sì, ho la mano sinistra fuori uso, mi sono operata e quindi sono vagamente in difficoltà nel dipingere.
In realtà se il pubblico (vastissimo per altro) di queste pagine sapesse come mi sono fratturata, prima il mignolo e successivamente l’anulare, assumerebbe lo sguardo di una nonna che ti vede a trent’anni scapola (ogni riferimento è assolutamente casuale s’intende). Ma su questo possiamo sorvolare.
È un quadro importante per me, in parte rabbioso, che forse incarna la disillusione della donna trentenne sopracitata.
Una poesia scritta di getto nella più totale inconsapevolezza di cosa stesse accadendo in quel momento, ma che descrive un sentimento di reale inquietudine.
Parla di una donna ferita al pensiero dei ricordi “che stritolano come corde attorno al cuore”, ma che “resiste forte” e che alla fine esterna una parola che riassume tutta la frustrazione con un semplice, diretto e tonante “fanculo”.
Parla di una donna, non di un uomo, ma di relazioni e poi, alla fine, parla di tutti.